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martedì 11 dicembre 2012

Le Giornate di Cosenza in mostra al DAM

Il 23 novembre 2002 a Cosenza decine di migliaia di persone scesero in piazza per chiedere la liberazione delle attiviste e degli attivisti noglobal arrestati nell'inchiesta sul sud ribelle. A dieci anni di distanza la Coessenza ricorda quei giorni di mobilitazione, e le tappe successive della vicenda, con una mostra di materiali fotografici firmati da autori diversi che hanno volontariamente contribuito al progetto grafico curato da Dino Grazioso. 
In trenta pannelli 70x100 viene raccontata la grande lezione di civiltà di una piccola città del Sud Italia capace di ribellarsi alle ingiustizie e di ribaltare con dignità e determinazione il corso degli eventi. Il 15 novembre 2002 Cosenza si risveglia al centro di una maxioperazione di polizia che porta in carcere 20 persone per reati di cospirazione politica, legati alle vicende del G8 di Genova. La città reagisce subito agli arresti, viene convocata una conferenza stampa, prendono posizione il sindaco e il consiglio comunale, assemblee e cortei si susseguono – a Cosenza come a Napoli, a Roma e in altre città – fino al grande appuntamento del 23 novembre, preceduto da un’assemblea oceanica nell’Aula Magna dell’Unical. Nel giro di 18 giorni tutti gli arrestati vengono liberati. Il 2 dicembre 2004 inizia il processo di primo grado che si concluderà solo a giugno di quest’anno in cassazione con la piena assoluzione di tutti gli imputati. 
La mostra rappresenta un contributo alla memoria collettiva, grazie ai lavori di Gianni Muraca, Manuela Perna, Luca Mannarino, Francesco Grazioli, Guru, Luigi Celebre, Stefania Tropea, FataNera, Ciccio Noto e tanti altri. Allestita ieri all’Università della Calabria presso il DAM, resterà aperta fino al 18 dicembre (secondo gli orari d’apertura della struttura, dalle 9 alle 19, escluso sabato e domenica) per poi spostarsi in città nell’area delle ex Officine su viale Parco, dove rimarrà disponibile al Rialzo per tutte le vacanze natalizie.

Nell’ambito dell’esposizione al DAM, l’Associazione culturale Entropia - che ne ha curato l'allestimento con la collaborazione dei volontari del SCN - ha previsto per giovedì 13 dicembre alle ore 18 la presentazione pubblica della mostra con i curatori della Coessenza.  

lunedì 3 dicembre 2012

Al DAM la presentazione del libro "Blocco 52"

Il nome dell’autore è lo pseudonimo di un collettivo di scrittura ispirato dalla lezione del New Italian Epic. Nato tra la Salerno-Reggio Calabria e il far east del meridione d’Italia, all’incrocio del desiderio di chiudere una stagione di odi etnici fra le varie città della Calabria e la voglia di raccontare e fare memoria. Lou, richiama il nome di Luigi – il protagonista del libro. Palanca, rinvia ad un’icona calcistica dell’intera Calabria, quando le vittorie sportive supportavano le speranze di un riscatto sociale e di uno sviluppo che sembrava a portata di mano. 
Il romanzo sarà presentato all'Università della Calabria il prossimo 5 dicembre, per iniziativa dell'Associazione Culturale Entropia in collaborazione con i volontari del Servizio Civile, nell'ambito delle attività previste dal progetto "Da studente a cittadino". Alla discussione che si terrà al DAM (Ed . Polifunzionale) prenderanno parte gli autori e i relatori Oscar Greco e Francesca Viscone. 
La sera del primo aprile 1965, nel centro storico di Catanzaro viene ucciso Luigi Silipo, 49 anni, presidente regionale dell’Alleanza Contadini. Sono passati 30 anni dall’ultimo omicidio avvenuto nella città e si tratta, a suo modo, di una morte eccellente e misteriosa. Silipo era stato segretario della federazione provinciale del Pci e dal 1956 al 1962 aveva fatto parte del Comitato Centrale di Botteghe Oscure.Dei 6 colpi di pistola che lo raggiungono, 4 attingono la schiena, uno la fronte e l’altro la nuca. Sembrerebbe una vera esecuzione.La notizia raggiunge le prime pagine dei giornali nazionali, ma fin da subito risulta avvolta da una sorte di coltre misteriosa.  
Le indagini che si sviluppano toccheranno varie piste: da una vera e propria esecuzione mafiosa legata alla attività sindacale di tutela dei braccianti, alla pista passionale, alcuni investigatori adombrando maliziosamente anche tendenze omosessuali; da possibili contrasti familiari alla soluzione di contrasti interni al partito.In effetti nel corso degli anni successivi all’interno del Pci emerge una certa reticenza a parlare dell’accaduto. Finanche il fascicolo processuale divenne introvabile negli archivi del Palazzo di Giustizia.Come molti comunisti Silipo trascorreva le vacanze in Cecoslovacchia, ma resta certamente da capire perché l’anno successivo all’omicidio le indagini paiono improvvisamente ad una svolta, con una donna di Scilla, legata in qualche modo al Pc cecoslovacco, che vuole parlare con la Polizia del delitto e un alto dirigente dello stesso partito d’oltrecortina improvvisamente giunto a Catanzaro per incontrare i dirigenti locali del Pci. Ma dopo quasi mezzo secolo rimane solo oblio e domande senza risposte.

lunedì 8 ottobre 2012

Camera con vista, corso base di fotografia II edizione

La prima parte del corso ha come scopo la spiegazione di cosa si intenda per "fotografia professionale" e fornirà le indicazioni sulle diverse fasi del processo di ripresa sia esso digitale o analogico, illustrandone in contemporanea le differenze di carattere tecnico e concettuale. 
In particolare, verranno esaminati gli strumenti di controllo manuale della fotocamera e le loro possibili regolazioni al fine di ottenere un'immagine tecnicamente perfetta.In seguito verrà spiegata la parte relativa l'utilizzo della sala di pose, con particolare riguardo alle fotocamere medio e grosso formato e all'utilizzo dei dorsi digitali, verranno insegnate tutte le funzionalità ed i movimenti operativi delle fotocamere a banco ottico e saranno trattate le tematiche relative all'uso degli esposimetri esterni sia per luce incidente che riflessa sia in modalità spot e approfondirà le nozioni relative alla temperatura colore, alle filtrature necessarie in ripresa all'uso del termo colorimetro e alla taratura e alla profilazione delle fotocamere digitali.
Particolare attenzione viene poi data alle specifiche tecniche di tutte le tipologie d'illuminazione ed ai loro accessori, comprensive di suggerimenti riguardanti il futuro allestimento della propria sala di pose e all'attrezzatura necessaria per le riprese on location.
La sezione pratica del corso consiste in una serie di esercitazioni da fare da soli e con la presenza del fotografo. Verranno effettuate riprese di oggetti e/o persone  assegnando anche tematiche di scatto da svolgere nel tempo libero su immagini inerenti il paesaggio, l'architettura o piccoli reportages.
Tali esercitazioni hanno lo scopo di verificare il miglioramento espressivo, compositivo e tecnico dell'allievo, fornendogli le necessarie competenze alla gestione professionale e alla pianificazione delle varie tipologie di set preparandolo alla necessaria competenza tecnico/compositiva.
Si farà anche una lezione tutta dedicata alla stampa in bianco e nero in camera oscura.
Alla fine del corso si effettuerà una mostra fotografica finale come verifica di tutto il lavoro svolto.

Il corso è modulato in 10 incontri a cadenza settimanale da due/tre ore circa, per un totale di 25 ore pari ad un CFU. Verrà rilasciato regolare attestato.  
Per info e iscrizioni tel. 0984.493086 - 340.6627738 - entropia@unical.it

giovedì 4 ottobre 2012

Raccontaci l'Unical, corso di scrittura creativa al DAM

Da anni il campus di Arcavacata è diventato un paese fantasma. Il posto che negli anni novanta e duemila è stato riempito da concerti, proiezioni e momenti di socialità ora è un deserto che si illumina solo per gli appuntamenti istituzionali.
Per questo l'Associazione Culturale Entropia, che da tanti anni stimola la cultura, il pensiero critico e la creatività fra gli studenti dell'Unical, ha pensato ad un corso di scrittura creativa.
Un laboratorio di scrittura è un tentativo di portare gli studenti a ra
ccontare la realtà universitaria che hanno sotto gli occhi ogni giorno.
Il corso, che si terrà ogni martedì alle ore 17 presso il DAM, avrà inizio a partire dal 23 ottobre 2012 e vedrà la collaborazione dei volontari del Servizio Civile Nazionale impegnati in attività di supporto al corso stesso.

IL CORSO
Il corso è suddiviso in otto lezioni settimanali da tre ore. Ogni lezione avrà un momento teorico ed uno pratico. Gli studenti prenderanno confidenza con gli incipit, i dialoghi, la creazione dei personaggi e tutte le parti di un racconto. Il corso sarà aperto a quindici persone più un numero variabile di uditori non partecipanti.

GLI OBIETTIVI
L’obiettivo del corso è la produzione di una piccola antologia, un contenitore per le parole dei partecipanti al laboratorio. L’antologia sarà curata con il patrocinio dell’associazione culturale Entropia.

GLI INSEGNANTI
Elena Giorgiana Mirabelli è nata a Cosenza, in primavera, diversi anni fa. Si è laureata in Filosofia
nell'Università dei cubi arancioni, ha un dottorato di ricerca alla spalle e un Master in storytelling nel cuore.
Edita testi per la Coessenza. Ha scritto racconti per blog, riviste e antologie.
Michele Trotta (1982), ha pubblicato qualche racconto sulle antologie della scuola Omero e sul sito omero.it. Ha scritto un paio di prefazioni. Ha un blog (sonicreducerblog.wordpress.com) e discetta di musica e libri su Fatti Al Cubo. Un giorno vorrebbe fare lo scrittore, in cuor suo sa che dovrà trovarsi un lavoro normale e smetterla di fare il poseur.

Per info e iscrizioni tel. 3290813736 (michele) - 3493046405 (elena)

martedì 25 settembre 2012

Volontari a lezione: come organizzare uno spettacolo

Prevista fra le attività di formazione specifica riservate ai volontari del progetto di servizio civile "Da studente a cittadino", la lezione con Ernesto Orrico, sull'organizzazione dello spettacolo, è stata una finestra aperta sulle dinamiche delle  realtà artistiche locali. Un racconto di esperienze dirette, (che inizia nei primi anni novanta dalla passione di alcuni studenti del Dams dell'Unical) che hanno dato vita ad alcune fra le più note compagnie cosentine, di leggi naturali, di modalità d'azione e di ricadute nel pratico. "Come organizzare uno spettacolo teatrale", ma prima ancora come creare una compagnia, in che forma costituirsi (un'associazione? una società? un'azienda?), come coinvolgere attori, registi, tecnici, scenografi, drammaturghi, ecc... . Ma prima di tutto la risoluzione di due problemi fondamentali, di natura prettamente calabrese: la mancanza di "spazi deputati" (o almeno, fino a pochi anni fa' era così) e l'assenza di scuole pubbliche di formazione. In altre parole, in Calabria, vale il fai da te, perciò è tanto più importante saper ideare, prevedere ostacoli e soluzioni per aggirarli, conoscere il territorio in cui ci si muove, gli step necessari a ottenere finanziamenti, avere buone idee e buone competenze. In una parola: organizzare.

lunedì 17 settembre 2012

30 anni da Sabra e Chatila: al DAM parole, musica e immagini per ricordare

Martedì 18 settembre 2012 presso DAM polifunzionale Università della Calabria L'oscenità dell'amore/L'oscenità della morte Sabra e Chatila 1982-2012 parole, musica e immagini per non smettere di ricordare dalle ore 20.15 proiezioni video: - Intifada Offspring - Nice Meeting You documentario sul campo profughi palestinese di Bourj El Barajneh prodotto da Dot 2.0 in collaborazione con Coessenza ore 21.

L'oscenità dell'amore/L'oscenità della morte
Sabra e Chatila 1982-2012
parole, musica e immagini per non smettere di ricordare


dalle ore 20.15 proiezioni video:
- Intifada Offspring

- Nice Meeting You
documentario sul campo profughi palestinese di Bourj El Barajneh
prodotto da Dot 2.0 in collaborazione con Coessenza


ore 21.30 Spoken words:

- La strage dimenticata
a cura di Manolo Muoio

- 4 ore a Chatila di Jean Genet
a cura di Ernesto Orrico

A seguire...


- Canzoni e pietre...
a cura di Toni Annunziata

Photo Exhibition
a cura di Vittorio Giordano


INGRESSO LIBERO

venerdì 20 luglio 2012

Fra gli studenti dell'Unical per promuovere il Servizio Civile Nazionale


L’Associazione culturale Entropia e i volontari del servizio civile nazionale, impegnati nel progetto “Da studente a cittadino”, giovedì 19 luglio davanti la mensa di Ingegneria dell’Unical hanno dedicato un’iniziativa alla promozione del Servizio Civile Volontario. I ragazzi hanno allestito un banchetto con materiale informativo e si sono messi a disposizione degli studenti interessati a conoscere meglio il mondo del volontariato e le opportunità di crescita adesso correlate. 
Proprio in linea con uno degli obiettivi del progetto dell’associazione Entropia, cioè quello di aiutare gli studenti a diventare cittadini attivi e consapevoli, la giornata di promozione di giovedì ha rappresentato un importante momento di relazione fra la realtà studentesca e i volontari, che in prima persona hanno potuto fornire non solo semplici informazioni, ma testimonianze dirette dell’esperienza che stanno vivendo nel loro anno di Servizio Civile: un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per il bene di tutti e di ciascuno e quindi come valore di coesione sociale. 
Il servizio civile volontario garantisce ai giovani, dai 18 ai 28 anni, una forte valenza educativa e formativa, una importante occasione di crescita personale, una opportunità di educazione alla cittadinanza attiva, contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese. Chi sceglie di impegnarsi per dodici mesi nel Servizio civile volontario, sceglie di aggiungere un'esperienza qualificante al proprio bagaglio di conoscenze, spendibile nel corso della vita lavorativa, quando non diventa addirittura opportunità di lavoro, nel contempo assicura una sia pur minima autonomia economica. Le aree di intervento nelle quali è possibile prestare il Servizio Civile Nazionale sono riconducibili ai settori: assistenza, protezione civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale, servizio civile all'estero. 
Prima di partecipare ai bandi (il prossimo è previsto per la fine del 2013) è fondamentale cominciare ad avvicinarsi agli enti e alle associazioni dei settori d’interesse per saggiare gli ambienti e le persone con cui si vorrà collaborare per un intero anno, e iniziare così a sperimentare il mondo dell’associazionismo. 

mercoledì 18 luglio 2012

Cercasi volontari per il progetto "Teatro del possibile"


L'Associazione Culturale Entropia cerca n°5 volontari sotto i 26 anni (studenti, laureati e non) da inserire all'interno del progetto "Teatro del possibile" di cui l'Associazione è partner.
Si tratta di un articolato progetto sul teatro e sulla musica nella loro valenza terapeutica-riabilitativa e nella loro capacità di essere comprovati strumenti per l'inclusione e l'integrazione. I volontari saranno coinvolti in tutte e tre le fasi del progetto: corsi di formazione, laboratori e rassegna teatrale finale. Per i volontari - che saranno regolarmente assicurati - è previsto il riconoscimento di CFU. Il progetto partirà in autunno per concludersi in primavera e si svolgerà nella città di Cosenza. 
Maggiori informazioni sono reperibili allo 0984.493086 o all'indirizzo mail entropia@unical.it. 
Gli aspiranti volontari possono inviare la propria iscrizione, corredata da una scheda anagrafica o un curriculum vitae. Le iscrizioni saranno accettate in ordine di arrivo - previa verifica del requisito dell'età - alla mail dell'Associazione entro e non oltre le ore 12.00 di venerdì 3 agosto 2012.

mercoledì 4 luglio 2012

Proiezione del film "Cesare deve morire"

Martedì 10 luglio alle 21.45 verrà proiettato all’Anfiteatro del Polifunzionale (Università della Calabria) il film “Cesare deve morire”, dei fratelli Taviani. L’appuntamento, a ingresso gratuito, è organizzato dall’associazione culturale Entropia e dal Filorosso. La pellicola, Orso d’Oro 2012 a Berlino, è girata con stile documentaristico e narra la messa in scena del Giulio Cesare di William Shakespeare da parte dei detenuti di Rebibbia, diretti dal regista teatrale Fabio Cavalli. Nel teatro all'interno del carcere romano si conclude così la rappresentazione e i detenuti/attori fanno rientro nelle loro celle. Sei mesi prima: il direttore del carcere espone il progetto teatrale dell'anno ai detenuti che intendono partecipare. Seguono i provini nel corso dei quali si chiede ad ogni aspirante attore di declinare le proprie generalità con due modalità emotive diverse. Completata la selezione si procede con l'assegnazione dei ruoli chiedendo ad ognuno di imparare la parte nel proprio dialetto di origine. Progressivamente il “Giulio Cesare” shakesperiano prende corpo. I due fratelli registi hanno dichiarato che uno dei motivi per cui hanno girato questo film è l'aver sentito la traduzione di Shakespeare in napoletano, in siciliano e in pugliese. Innumerevoli i riconoscimenti conquistati dal film: l’Orso d’oro di Berlino 2012, come sopra detto; i cinque David di Donatello per Miglior Regia (a Paolo e Vittorio Taviani), Miglio Film e Miglior Produttore (a Grazia Volpi), Miglior montaggio (a Roberto Perpignani) e Miglior sonoro (a Benito Alchimede e Brando Mosca) e i due Nastri d’argento (Nastro dell’anno e Premio speciale al miglior cast), sono solo i più importanti.

martedì 26 giugno 2012

SCN, i volontari di Entropia al CSV di Cosenza

Una giornata particolare quella dedicata alla formazione generale dei ragazzi dell'Associazione Entropia, impegnati nel progetto di Servizio Civile Volontario 2011/2012 "Da studente a cittadino". La visita al CSV da parte dei 5 volontari, accompagnati dal formatore Antonio Tiberi e da Gabriella Dragani, è stata l'occasione per scoprire l'importante realtà del Centro, la sua presenza sul territorio e i servizi che fornisce alle associazioni della provincia di Cosenza. I ragazzi hanno fatto la conoscenza del direttore del Centro, Mariacarla Coscarella, che ha presentato il ruolo e la mission del CSV nei suoi rapporti col territorio, e degli altri operatori attivi nella sede. In particolare Giusi Ielitro ha illustrato le funzioni del database del CSV e Filomena Patitucci ha illustrato la struttura del nuovo sito web.
La giornata è proseguita con una lezione sulla progettazione sociale, avvenuta proprio nella sala formazione del CSV che per l'occasione ha accolto i 5 volontari.
Un'esperienza importante che ha permesso ai ragazzi di venire a conoscenza di un centro di sostegno al volontariato, che sul territorio opera per rimuovere gli ostacoli che generano svantaggio, esclusione e perdita di coesione sociale.
"La visita al CSV  - commenta Fabio, uno dei volontari - mi ha fatto capire che esiste un modo per crescere e impegnarsi, facendo qualcosa di buono nel sociale".

venerdì 8 giugno 2012

"Elogio della radicalità", presentazione del libro di Bevilacqua

"Essere radicale significa cogliere le cose dalla radice. Ma la radice per gli uomini è l'uomo stesso". Sono parole scritte da Marx nel 1843 che oggi si ripresentano in tutta la loro potente attualità: proprio di questa radicalità e di questa umanità abbiamo urgente bisogno nel tempo in cui viviamo.
Ne è convinto lo storico Piero Bevilacqua che nel suo ultimo saggio “Elogio della radicalità” edito da Laterza, ripropone questo significato di radicalità come chiave per ritrovare la felicità in un’epoca dominata da crisi cicliche e irreversibili.
Una tesi attualissima, che l’autore discuterà all’Università della Calabria, martedì 19 giugno alle ore 17.30 presso il DAM (Dipartimento Autogestito Multimediale) al Polifunzionale, in occasione della presentazione del libro organizzata da Filorosso e SudAlterno. Con lui al tavolo dei relatori la sociologa Giovanna Vingelli, il preside della facoltà di Lettere e Filosofia Raffaele Perrelli, il filosofo e portavoce del circolo tematico di Sel Fortunato Cacciatore, l’artista ed animatore del Filorosso Manolo Muoio.
Per incredibile che possa apparire, viviamo una fase nella quale, nonostante l'immenso patrimonio di conoscenze di cui disponiamo, stiamo soffocando sotto la coltre di un occultamento totalitario della nostra umana radice. Qual è il nostro fine, la nostra possibile felicità sulla terra, la nostra responsabilità verso le altre creature che la popolano, la natura, le generazioni che verranno? Tutti gli ideali di umano progresso e incivilimento che dall'Illuminismo in poi si sono susseguiti come orizzonti del nostro avvenire sono oggi ridotti a questa vacua teleologia dell"andare avanti' e sempre sullo stesso sentiero.
'Radicale' significa affondare lo sguardo in profondità, nei meccanismi costitutivi dei processi materiali. È questo rinnovato e rivoluzionario sapere, questo sguardo a tutto campo sul vivente, che sta rivelando e non cessa ancora di scoprire i beni comuni dai quali dipendono la nostra vita e il benessere di tutti.
L’iniziativa si tiene a pochi giorni dalla morte di Mario Alcaro, filosofo della natura e docente Unical, appassionato meridionalista, a cui va il pensiero unanime degli organizzatori e dei relatori che con lui hanno condiviso tante riflessioni e discussioni private e pubbliche, e che gli renderanno omaggio martedì prossimo con un dibattito che un ‘radicale’ come il prof Alcaro avrebbe senz’altro condiviso ed arricchito con la sua presenza.

Giugno, un mese di sport e socialità al DAM


martedì 15 maggio 2012

Proiezione film "Romanzo di una strage"

La meglio bomba. Di Stato.

“La ricostruzione giudiziaria non è una buona strada per capire”. Marco Tullio Giordana

Dal sito GlobalProject 2 / 4 / 2012
Nel caso di Romanzo di una strage, ultimo lavoro di Marco Tullio Giordana, che dal primo lungometraggio Maledetti vi amerò periodicamente si confronta col passato remoto (vedi anche La caduta degli angeli ribelli, La meglio gioventù, I cento passi) scindere il punto di vista sulla ricostruzione storica dalla valutazione sulla confezione cinematografica è particolarmente difficile. Perché lo strillo del film recita: “Piazza Fontana - 12 dicembre 1969 ore 16,37 - la verità esiste”. E perché sul tema della verità storica (quindi diversa da quella giudiziaria) che dovrebbe costituire il centro della pellicola si è scatenata una tempesta mediatica preliminare e contestuale all'uscita del film che ha coinvolto autori, intellettuali, storici, giornalisti, protagonisti della vicenda, osservatori variamente e in gran numero schierati. Al primo posto (provvisorio, ma difficilmente eguagliabile in graduatoria) Adriano Sofri, che il 30 marzo pubblica in rete un instant book di 132 pagine, scaricabile dal sito www.43anni.it , di confutazione al libro Il segreto di Piazza Fontana del giornalista Paolo Cucchiarelli (Ponte alle Grazie, 2009, 700 pagine) da cui il film risulta essere
“liberamente tratto”. Tanta dedizione non può essere disconnessa dalla condanna assieme a Bompressi e Pietrostefani, il vertice di Lotta Continua, a 22 anni di reclusione per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi avvenuto nel 1972. Al termine di un processo, conclusosi nel 1997, che costituisce verosimilmente l'ultimo vergognoso capitolo della stagione politico-giudiziaria segnata dalla legislazione premiale: un unico teste coimputato che accusa e si autoaccusa, nessun riscontro, tema di prova inesistente. Ma questo il film non ce lo dice. La definizione giudiziaria per la strage della Banca dell'Agricoltura di Milano passa invece per cinque istruttorie, dieci processi, cinquecentomila documenti archiviati, una sentenza tombale, i neofascisti Freda e Ventura riconosciuti colpevoli nel 2005 ma non più processabili perché già precedentemente assolti in via definitiva, i familiari delle vittime condannati a pagare le spese processuali. Ma, dice Giordana, la verità esiste. Ed è lecito supporre che sia lui a raccontarla.
La mia, di verità, racconta che quella che esplose a Piazza Fontana è stata la madre di tutte le bombe. L'autunno caldo aveva messo in evidenza un'inedita saldatura tra lotte operaie e studentesche in un Paese uscito dal dopoguerra e messo sotto stretta osservazione in ordine alle coordinate della sua internità al Patto Atlantico. Eravamo in mezzo al Mediterraneo tra la Grecia dei Colonnelli e la Spagna del dittatore Franco, in un crocevia attraversato da Servizi segreti civili e militari (deviati è invenzione giornalistica), Cia, Gladio, Rosa dei Venti, Mossad, Kgb, golpisti più o meno imbranati, neofascisti irriducibili e ben foraggiati di soldi e di armi. Di esplosivo. In agosto altre bombe erano esplose su otto treni nella stessa notte, un'altra nello studio del rettore dell'Università di Padova, la mia città. Nessun dubbio che fossero bombe di destra. Poi Milano, la pista anarchica assunta immediatamente come unica, il ferroviere Pinelli “suicidato” in questura, la controinchiesta organizzata dalla sinistra “extraparlamentare” che genera il volume La strage di Stato, i cortei per chiedere verità e giustizia, ma soprattutto per gridare guardate che noi esistiamo, siamo tanti e sempre più incazzati, la conosciamo la verità e per voi sarà dura, sarà lotta dura senza paura e pagherete caro pagherete tutto e tutto l'armamentario verbale che poteva uscire dai megafoni. Le armi vere ancora dovevano venire. Nessun dubbio allora: bomba messa assieme ad altre quattro tra Milano e Roma (particolare non inutile) da neofascisti per lo più veneti pilotati dai Servizi. Obbiettivo: instaurare una strategia della tensione sotto l'ombrello degli opposti estremismi, provocare una svolta autoritaria nel Paese, iniziando dalla promulgazione di leggi speciali per arrivare a un colpo di stato o comunque a una drastica riduzione dei margini di democrazia. Nessun dubbio nemmeno oggi. Le cose stanno così. Da tempo. Troppo tempo per scannarsi in operazioni di riesumazione, considerato quello che sta accadendo nel presente. Per noi. Vale allora chiedersi quale verità si porti a casa chi oggi ha vent'anni e va a vedere il film di Giordana. Quale verità (che certo, esiste) riesca a trasferire il regista assieme agli sceneggiatori Rulli e Petraglia.
Allora forse è possibile tornare a parlare di Cinema. Giordana era sul tram numero 24, a duecento metri dalla Banca dell'Agricoltura, quando la bomba esplose. Aveva 19 anni. Frequentava il movimento studentesco. Calabresi l'aveva conosciuto, dice, di persona. Da molti anni voleva fare un film su questa storia. Per arrivare a concludere il progetto ha letto quintali di pagine scritte, vagliato numerosissime fonti di informazione. Probabilmente ha letto un libro di troppo, quello di Cucchiarelli, connotato da testimonianze rese da fonti che l'autore non vuole rivelare. Ma costruisce comunque un congegno filmico ambizioso e molto complesso. Un mosaico in cui si sforza di inserire tutte le tessere - e sono molte - che servono a comporre l'immagine non solo di quel nebbioso pomeriggio milanese e di cosa accadde nei giorni immediatamente successivi, ma anche del contesto storico e politico in cui quella strage venne concepita, eseguita, coperta. Chiama alla ribalta tutti i nomi delle personalità che in quella vicenda furono coinvolte: anarchici, fascisti, poliziotti, prefetti, giudici, testimoni, politici, ministri, giornalisti, uomini dei Servizi sono il risultato di un lavoro di casting molto puntuale. Altrettanto convincenti sono l'operazione filologica di ricostruzione scenografica, il ritmo e la scansione di una narrazione che riesce a evitare il rischio di slittare nella verbosità, l'adesione degli attori tutti ai loro personaggi. Al Romanzo del titolo. La questione sta qui: tra romanzo e verità. Al mosaico del romanzo non manca nulla, la confezione cinematografica è quella riferibile ad autori di grande esperienza e solidità di mestiere, a una scrittura serrata e senza slabbrature, a un complesso di attori in stato di grazia (a parte qualche scivolata macchiettistica), a un cast tecnico in cui si distingue la fotografia livida di Roberto Forza. Nel mosaico della verità manca invece qualche tessera, e c'è qualche tessera in più.
E' comprensibile, con un po' di buona volontà, la scelta fisiologica di porre al centro della narrazione il rapporto tra l'anarchico quieto e saggio e il dirigente l'Ufficio Politico rigoroso e bene educato, la specie di reciproco rispetto che li caratterizza; molto più opinabile è quella di operare gradualmente una sorta di santificazione di Calabresi, un'umanità cui Mastandrea aggiunge del suo, volente o meno. Che fosse dentro o fuori dalla stanza da cui Pinelli precipita è lui il responsabile della sua morte. Giordana lo mette fuori seguendo una verità giudiziaria consolidata, perdendo l'occasione per rimettere in discussione la sentenza D'Ambrosio che conia la spiegazione del “malore attivo”, il fermato che aspettava in anticamera mise a verbale di non averlo mai visto uscire. Allo stesso modo assumere per verosimile la teoria della doppia bomba lascia stupefatti. Così come fragile è quella che vuole Calabresi protagonista di una personale inchiesta parallela sul fronte dell'intreccio tra Servizi, eversione nera, gerarchie militari. Di Aldo Moro ci viene rimandata una figura fin troppo lacerata e ieratica. Di quanto giornalisti democratici e attivisti della sinistra abbiano lavorato per smontare la pista anarchica si vede poco. Come si vede poco Milano, poco del coraggio e della dignità che i cittadini misero in piazza. Gli autori hanno provato a restituire l'atmosfera di angoscia e di tensione che gravava sull'Italia di quegli anni, a lasciar intravedere il fantasma delle forze occulte, ma non hanno saputo o voluto dire chi ha deposto la bomba sotto il tavolo della banca e chi ha spinto Pinelli dalla finestra del quarto piano. Noi, dicevo, non abbiamo questo problema. Lo spettatore ventenne forse sì. Può essere che non gli basti il Romanzo, che la “buona strada per capire” offerta in alternativa alla ricostruzione giudiziaria non sia affatto chiara. Si prova disagio di fronte a una via d'uscita a interrogativi che restano senza risposta strutturata in una sorta di finale bipartisan, sempre tanto di moda. E' questo il problema, se ce n'è uno. Una nuova declinazione del doppio: doppi estremismi, doppi Servizi, doppie bombe, doppi taxi, due di tutto. Fino da quando, all'inizio, un giornalista de L'Unità dice a Calabresi che tutte e due le parti stanno perdendo il controllo. Tutte e due. Una stagione di lotte spezzata dai poteri occulti intrecciati tra le due sponde dell'Atlantico, una spinta di rinnovamento paralizzata sul nascere? Non è stato così, non c'è stata nessuna paralisi, i processi di rinnovamento non si sono arrestati. Il Potere è uno solo, ieri come oggi, anche se si ridefinisce continuamente nella sua composizione e le lotte vivono di cicli che non si riproducono mai in forma uguale. Di questo film tra qualche settimana non si parlerà più, anche se ci si può aspettare che qualcun altro possa trarre profitto commerciale da quel passato. Del Potere che si sta appropriando del futuro dei giovani spettatori, invece, si parlerà ancora.

martedì 1 maggio 2012

Al DAM spettacolo teatrale sulla Thyssen Krupp

Teatri del Sud / Teatro della Ginestra
presentano
Perché il cane si mangia le ossa
testo e regia Francesco Suriano













Martedì 8 Maggio 2012
H 21:00 - DAM (Ed. Polifunzionale) UNICAL
interpreti Carlo Marrapodi – Emilia Brandi
musiche di Canio Loguercio 

costumi-oggetti di scena Rosalba Balsamo

installazioni fotografiche Marco Modafferi 

luci e fonica Gennaro Dolce

assistente alla regia Miriam Guinea
produzione Teatri del Sud/Teatro della Ginestra
Un viaggio in una città immaginaria tra gli esclusi e gli ultimi. Un uomo del sud, Rocco Fuoco, racconta il suo viaggio visto come fuga da sé e delirio del sé: è un ex metalmeccanico che ritorna verso un nord che lo ha respinto. Transito che favorisce incontri e scambi dai toni ironici e visionari tra donne e uomini che vivono ai margini: un ostello per senza casa, la stazione, il bar, le strade popolate di ragazzi razzisti con i pantaloni larghi e i capelli corti e ragazzi razzisti con i pantaloni stretti e i capelli rasati, finti poliziotti, donne fatali e innamorate. Tutti lo scambiano per un diverso, un extracomunitario e tentano di fargli credere che facendo parte di una fantomatica associazione risolverà i suoi problemi. La sua corsa furiosa avrà termine in un cimitero dove scoprirà le tombe dei suoi ex compagni di fabbrica: qui il personaggio Rocco Fuoco diventa Carlo Marrapodi, interprete dello spettacolo ed ex operaio della Thyssen Krupp di Torino, che racconta il suo ultimo giorno di lavoro.
Ingresso a sottoscrizione. Posti limitati. E' consigliata la prenotazione. Info 347.2273893 (Manolo).

lunedì 16 aprile 2012

Spettacoli che non si faranno, al DAM con Ernesto Orrico

Mercoledì 18 Aprile, alle ore 17, presso i locali del DAM (dipartimento autogestito multimediale dell’Università della Calabria) avverrà la presentazione del volume APPUNTI PER SPETTACOLI CHE NON SI FARANNO, pubblicato da Ernesto Orrico, per la casa editrice Coessenza.

Come scrive nella prefazione al volume il filosofo del linguaggio Alessandro Chidichimo: “Ernesto Orrico ha raccolto alcuni testi che ha scritto negli anni e ha deciso di pubblicarli. Se pare sensato mostrare un punto di vista con cui guardare a questi testi, allora in mia opinione, quello con cui avete a che fare, tenendo tra le mani questo testo, sono tre tipi di oggetti: una raccolta di marginalia; delle note d’attore; dei frammenti che annusano la poesia".

Il volume, che oltre agli scritti di Orrico, contiene le splendide illustrazioni al testo curate dall’artista Raffaele Cimino, verrà presentato al pubblico mercoledì, secondo una modalità performativa, infatti nello Spazio Teatro del Dam si incontreranno Ernesto Orrico (autore, regista, attore), Manolo Muoio (performer), Claudio Dionesalvi (casa ed. Coessenza), per dare vita a un dibattito fatto di letture, suoni e visioni che ci trasporteranno direttamente fra le pagine vive di questa ulteriore “prova d’autore” di Orrico.

lunedì 26 marzo 2012

Proiezione film "Il concerto"


Presentazione del libro "Euro in bilico" di e con Bruno Amoroso

Un saggio diretto alla comprensione dell’attuale crisi partendo dal suo principale fautore: il sistema finanziario occidentale. Uscito in libreria per le Edizioni Castelvecchi, “Euro in bilico” è l’ultimo libro di Bruno Amoroso, docente emerito di Economia Internazionale e dello Sviluppo presso l’università Roskilde in Danimarca, e presidente del Centro Studi Federico Caffè. Mercoledì 28 marzo avremo la possibilità di ascoltare le sue tesi dal vivo all’Università della Calabria, grazie all’iniziativa organizzata dal Filorosso presso il DAM (Polifunzionale) alle ore 17:30. Ne discuteranno insieme a lui Pierangelo Dacrema, docente Unical, Elisabetta Della Corte, ricercatrice Unical e Oscar Greco, ricercatore precario.

Nel suo nuovo saggio, Amoroso, ci guida verso una lettura appropriata dell’attuale crisi economica occidentale. L’autore ci propone un’analisi storica, politica ed economica che trova le sue origini negli anni ’30 con la primi crisi economica statunitense. Proprio da tale periodo, e con maggior forza, successivamente al secondo conflitto mondiale, la finanza inizia la sua scalata verso il controllo dell’intera struttura economico-politica del pianeta. Pur incontrando diversi ostacoli – tra i quali l’impenetrabilità dell’area asiatica – riesce ad imporsi quale vera istituzione del Mondo Occidentale. L’autore definisce il sistema finanziario quale “…metastasi dei sistemi economici e delle nostre società…” e pone l’accento sulla gravità del suo sviluppo sempre più capillare che va ad intaccare tutti i settori “redditizi” dell’economia. Strumento utile alla speculazione risulta essere il modello economico predominante: la Globalizzazione. Con tale modello si rende possibile la destabilizzazione e la denaturazione del “locale” in favore del “globale” e della semplificazione del sistema. Ciò permette un più agevole assorbimento da parte della lobby finanziaria – una ristretta cerchia di multinazionali fondate sulla speculazione, il mercato della droga e il sempre redditizio mercato delle armi – dei risparmi della società occidentale in nome del maggiore profitto.

Ancor più interessante risulta l’analisi fatta da Amoroso sulla “necessità” del sistema finanziario di pilotare l’implementazione del progetto Unione Europea e della sua moneta unica. Tale realizzazione rientra nel progetto di “disarmo” delle Istituzioni locali (statali) dinanzi al processo di speculazione che avviene nei mercati finanziari. Il tutto riconducendo la crisi attuale da fallimento economico a grande successo della lobby della finanza globale.

L’unica risposta che le istituzioni hanno dato all’avanzata di multinazionali come la Goldman Sachs è stato un “scendere a patti con il diavolo” – Trattato di Maastricht (1992) e Gruppo di Lisbona (1997) le principali, ma non uniche tappe che hanno ricondotto il sistema ad un cinico predatori vs prede dove queste ultime sono incarnate dai sistemi produttivi regionali, dalle piccole e medie imprese e, in fine, dai singoli risparmiatori d’Occidente. Il tutto viene agevolato dal controllo delle massime sfere istituzionali, mediante “soldati delle multinazionali” – per la Goldman Sachs due nomi su tutti: Mario Monti e Mario Draghi.

In fine Amoroso ci indica quella che potrebbe essere una soluzione – reale e non utopica – volta ad arginare e debellare il cancro finanziario dall’economia globale: lo scenario programmatico che fonda il suo punto di forza sulla regionalizzazione delle economie e sulla rivalutazione delle teorie keynesiane.