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venerdì 8 marzo 2019

Reading sul '68 al DAM dell'Unical con Ugo G. Caruso e Aldo D'Orrico

"1968. Cambiate il mondo, sto arrivando!" è la personalissima rievocazione tra il tenero e l'ironico, a distanza di mezzo secolo, dell'anno più mitizzato e controverso del secondo Novecento da parte di un dodicenne di allora, timido ed ingenuo ma già molto curioso ed ansioso di gettarsi nella mischia, come si può intuire dall'esortazione contenuta nel titolo. Quel dodicenne è Ugo G. Caruso che riprendendo un suo testo a metà tra il racconto e il saggio, pubblicato con successo dieci anni prima, ha deciso sul finire dell'anno scorso di riproporlo in forma di reading, rielaborato e aggiornato, a distanza di mezzo secolo dal '68.
Mercoledì 13 marzo alle ore 21 Caruso porterà il reading all'Università della Calabria, che non visse quei fermenti perché non esisteva ancora (la legge istitutiva è del 1968) ma sarebbe sorta di lì a poco e proprio sulla scia di quelle idee, nella prosecuzione dello spirito che aveva animato quel movimento di protesta. La serata, organizzata dall'Associazione Culturale Entropia nella sala teatro del DAM - Filorosso (Edificio Polifunzionale), segna in qualche modo l'esordio di Caruso nel teatro di narrazione. Scritto, messo in scena e raccontato dallo stesso Caruso, lo spettacolo si avvarrà dell'accompagnamento di Aldo D'Orrico, uno dei più originali ed apprezzati artisti della scena musicale cosentina, che con la sua chitarra ricreerà l'atmosfera musicale dell'epoca, reinterpretando una serie di brani che contribuirono in modo determinante alla maturazione di quel clima sociale e culturale. Il reading sarà preceduto da un breve video realizzato da Lucio Montera, ultradecennale collaboratore di Caruso, che raccoglie una serie di scatti celebri che documentano quell'anno.

lunedì 4 marzo 2019

Il Cinefilo senza Frontiere, rassegna cinematografica sul (difficile) dialogo interculturale

Torna al DAM dell'Università della Calabria la rassegna di film curata dall'Associazione culturale Entropia in collaborazione con l’Associazione Cinepresi. Il tema che ha ispirato “il CineFilo senza frontiere” quest'anno, in linea con l'omonimo progetto di Servizio Civile Nazionale in corso di realizzazione proprio al Dam, è il tema attualissimo delle migrazioni, della lotta al razzismo e del dialogo interculturale. Cinque date a partire dall'11 marzo, ogni lunedì, fino all'8 aprile saranno occasione di incontro e confronto per studenti e non: l'appuntamento è alle ore 21:00 nella sala cineteatro del Dam.
La rassegna comincia con “Roma”, il nuovo e pluripremiato lavoro del regista messicano Alfonso Cuaròn. Tre Premi Oscar, premiato al Festival di Venezia, due Golden Globes, la pellicola attraversa le vite di diverse generazioni di una famiglia. Siamo negli anni Settanta, nel quartiere medio borghese Roma a Città del Messico: in un bianco e nero pastoso il film mescola ricordi nostalgici e denuncia sociale e affronta una stagione di grande instabilità economico-politica.
Il secondo appuntamento sarà “BlacKkKlansman” di Spike Lee. Un film che ci riporta agli anni 70, in cui il giovane Ron Stallworth, brillante poliziotto “afro” con l’aiuto di un suo collega bianco ed ebreo riuscirà ad entrare nel KKK. Il film ha appena vinto l’Oscar come Miglior Sceneggiatura non Originale (2019) e il Gran Premio della Giuria (2018) a Cannes.
Contromano ci conduce invece in Italia, per fare i conti con i pregiudizi di casa nostra. Quarta regia per Antonio Albanese che con la sua inconfondibile ironia racconta la “vacanza umanitaria” organizzata da un commerciante di calze milanese, in crisi per la “concorrenza” di un ambulante senegalese, che decide di “aiutare – letteralmente - a casa sua”. “Traghetto Napoli Tunisi e poi tutta una tirata fino in Senegal”, un viaggio che farà vacillare le certezze del cinico commerciante.
Il diritto di contare” del regista Theodore Melfi (USA) è il quarto appuntamento. Tratto dalla storia vera di tre donne afro-americane, Katherine Johnson, Dorothy Vaughn e Mary Jackson, che hanno cambiato radicalmente gli studi della NASA, lottando contro stereotipi di genere e di razza nella Virginia segregazionista degli anni Sessanta.
La rassegna si conclude con “Welcome” di Philippe Lioret, struggente e drammatico affresco dei giorni nostri. E' la storia di un insegnante di nuoto che decide di aiutare un giovane rifugiato curdo ad attraversare a nuoto la Manica per raggiungere la ragazza che ama. Senza retorica il regista Philippe Lioret si addentra in questo strano, asimmetrico rapporto tra due figure che non potrebbero essere più lontane per età e appartenenze culturali, e che invece si incontrano.