Ne è
convinto lo storico Piero Bevilacqua che nel suo ultimo saggio “Elogio della
radicalità” edito da Laterza, ripropone questo significato di radicalità come chiave
per ritrovare la felicità in un’epoca dominata da crisi cicliche e
irreversibili.
Una
tesi attualissima, che l’autore discuterà all’Università della Calabria,
martedì 19 giugno alle ore 17.30 presso il DAM (Dipartimento Autogestito
Multimediale) al Polifunzionale, in occasione della presentazione del libro
organizzata da Filorosso e SudAlterno. Con lui al tavolo dei relatori la
sociologa Giovanna Vingelli, il preside della facoltà di Lettere e Filosofia
Raffaele Perrelli, il filosofo e portavoce del circolo tematico di Sel
Fortunato Cacciatore, l’artista ed animatore del Filorosso Manolo Muoio.
Per
incredibile che possa apparire, viviamo una fase nella quale, nonostante
l'immenso patrimonio di conoscenze di cui disponiamo, stiamo soffocando sotto
la coltre di un occultamento totalitario della nostra umana radice. Qual è il
nostro fine, la nostra possibile felicità sulla terra, la nostra responsabilità
verso le altre creature che la popolano, la natura, le generazioni che
verranno? Tutti gli ideali di umano progresso e incivilimento che
dall'Illuminismo in poi si sono susseguiti come orizzonti del nostro avvenire
sono oggi ridotti a questa vacua teleologia dell"andare avanti' e sempre
sullo stesso sentiero.
'Radicale'
significa affondare lo sguardo in profondità, nei meccanismi costitutivi dei
processi materiali. È questo rinnovato e rivoluzionario sapere, questo sguardo
a tutto campo sul vivente, che sta rivelando e non cessa ancora di scoprire i
beni comuni dai quali dipendono la nostra vita e il benessere di tutti.
L’iniziativa
si tiene a pochi giorni dalla morte di Mario Alcaro, filosofo della natura e
docente Unical, appassionato meridionalista, a cui va il pensiero unanime degli
organizzatori e dei relatori che con lui hanno condiviso tante riflessioni e
discussioni private e pubbliche, e che gli renderanno omaggio martedì prossimo
con un dibattito che un ‘radicale’ come il prof Alcaro avrebbe senz’altro
condiviso ed arricchito con la sua presenza.
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