Un fatto grave e allarmante nel Campus si è consumato ai danni di uno studente internazionale, pestato nei pressi del centro residenziale da un branco violento. L’aggressione è avvenuta nella notte tra venerdì e sabato, dopo una festa nel quartiere Maisonettes, da parte di giovani esterni all’università. La vittima è uno studente paraguayano, che all’uscita della festa, notando che il branco aveva accerchiato un altro studente, ha cercato di sedare gli animi, intervento che gli è costato un referto medico preoccupante, con fratture al setto nasale e la probabilità di un delicato intervento.
Il branco si è scatenato contro di lui, cinque contro uno, le mani al collo per scaraventarlo a terra, la testa sul marciapiede e poi calci e pugni in faccia. Alla vittima restano ricordi confusi, a causa della perdita dei sensi dopo il primo pugno in faccia. Una violenza inaudita e brutale che ha sconvolto l’intera comunità universitaria.
Il gruppo di “Studenti senza frontiere” esprime massima solidarietà nei confronti del collega aggredito e condanna severamente quanto accaduto. Il campus non è, e non deve essere, scenario di violenze e brutalità come quella a cui ci riportano i fatti. L’episodio non deve restare nell’ombra o in sordina, non deve lasciare nessuno indifferente.
È da mesi che i media e i social bombardano la comunità con messaggi di odio e di violenza, i risultati possono essere letti attraverso fatti di cronaca come questo. Un testimone racconta che la prima vittima dell’aggressione, lo studente riuscito a scampare al pestaggio, fosse stato scelto perché “parla inglese”.
Le feste dell’università sono momenti di condivisione, integrazione e inclusione tra gli studenti, soprattutto per quelli che vivono il campus, ma non solo. È necessario difendere e tutelare tutta la comunità universitaria e lo spirito di inclusione che la anima da cinquant’anni. Cronache di violenza come questa non devono pregiudicare l’organizzazione di incontri interculturali, anzi in un momento così delicato è importante difendere e promuovere manifestazioni di socialità e inclusione.
Evitare che soggetti esterni partecipino non è facile, né giusto, dal momento che l’università è uno dei luoghi per eccellenza della democrazia e della partecipazione. Allo stesso tempo la risposta deve essere forte e compatta, senza lasciare nessuno indietro: tolleranza zero nei confronti di qualsiasi atto di violenza. L’Ateneo come istituzione deve prendere posizione, schierarsi concretamente al fianco della vittima e tutelare la comunità che vive il campus.
No Borders - Studenti senza Frontiere
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