Lahore, Pakistan 2010. Le manifestazioni che vedono coinvolti studenti fondamentalisti islamici sono in aumento. Al loro centro sta il giovane professore Changez Khan. Il sequestro di un suo collega americano fa precipitare la situazione. È proprio in questo momento delicato che Khan accetta di farsi intervistare dal giornalista americano Bobby Lincoln al quale decide di raccontare la propria vita di giovane professionista rampante nel campo della finanza, cooptato dal capo di un grosso studio newyorchese che ne individua le notevoli capacità. Nell'ambiente della upper class Changez sembra aver anche trovato l'amore nell'artista fotografica Erica. Tutto va bene per lui quindi fino a quando l'11 settembre 2001 cambia di colpo le prospettive. La sua vita comincia a mutare di segno: è diventato improvvisamente l'islamico da amare od odiare, non più una persona.
Dopo la proiezione del film si terrà un dibattito introdotto dal prof. Nicola Fiorita. L'iniziativa è realizzata dall'Associazione Entropia in collaborazione con l'insegnamento di Diritto Islamico.
giovedì 21 novembre 2013
venerdì 15 novembre 2013
lunedì 4 novembre 2013
lunedì 21 ottobre 2013
Presentazione del libro "Virtù che cambiano il mondo" di e con G. Viale
GIOVEDì 24 OTTOBRE 2013
ore 17:30 c/o DAM (Ed. Polifunzionale, UNICAL)
*Il blog di Guido Viale http://www.guidoviale.it/
ore 17:30 c/o DAM (Ed. Polifunzionale, UNICAL)
Filorosso presenta il libro “Virtù che cambiano il mondo. Partecipazione e conflitto per i beni comuni” (Feltrinelli 2013)
di e con l’autore GUIDO VIALE*
Introduce e modera
Marco Fama (dottorando Unical)
Marco Fama (dottorando Unical)
Intervengono, oltre all’autore,
Laura Corradi (docente Unical) ed Enzo Piperno (Terre Comuni)
Non un manuale di edificazione
personale, ma un manifesto politico per promuovere conflitti, campagne,
lotte e organizzazione. Le “virtù” di cui si parla in questo libro sono
scelte, orientamenti, saperi, comportamenti e abitudini che nascono e si
sviluppano solo in un ambito di condivisione e reciprocità e in
contesti conflittuali nei confronti sia delle classi dominanti sia
dell’isolamento, dell’individualismo e di quella competizione di tutti
contro tutti che costituiscono i tratti dominanti della nostra epoca.
Sono anche percorsi di formazione di una nuova capacità di autogoverno
necessaria per esautorare, con altri metodi e un diverso rapporto con le
comunità, le attuali élite politiche, imprenditoriali, manageriali,
amministrative e culturali incapaci di assicurare un futuro sia al
nostro paese che al pianeta. Garantiscono a tutti un’apertura verso un
“mondo diverso” e la possibilità di sottrarsi all’attesa impotente della
catastrofe economica e ambientale che incombe. Ogni capitolo del libro,
nel presentare una “virtù”, fa in realtà riferimento a contesti di
lotta e a processi organizzativi concreti in cui specifici atteggiamenti
e comportamenti sono cresciuti e si sono rivelati determinanti nel
promuovere un aumento sostanziale della solidarietà, della
consapevolezza, dei saperi e della forza dei suoi protagonisti. L’elenco
delle “virtù” prese in esame chiarisce il significato di questo
approccio: dignità, accoglienza, empatia, sobrietà, conoscenza…
Ovviamente non è una rassegna completa delle “virtù” necessarie a
imboccare la strada che porta alla trasformazione del mondo, ma un buon
bagaglio da cui partire.
giovedì 10 ottobre 2013
mercoledì 9 ottobre 2013
lunedì 7 ottobre 2013
giovedì 12 settembre 2013
ATTIVATI! Quest'anno collabora con Entropia!
L’Associazione Culturale Entropia cerca laureandi/laureati
Unical da inserire nelle attività socioculturali previste per l’anno accademico
2013/2014 presso l’Università della Calabria.
L’attività consiste in:
- redazione, stampa e distribuzione del giornale
universitario “Fatti Al Cubo”
- sportello informativo e di assistenza all’utenza
- organizzazione di corsi, laboratori ed eventi
culturali
E’ previsto un adeguato rimborso spese.
Durata del progetto:
9 mesi (dal 1° ottobre 2013 al 30 giugno 2014)
Impegno richiesto:
25 ore settimanali
Titoli di preferenza:
buona conoscenza del territorio universitario, esperienza in
ambito associativo culturale e giornalistico, dimestichezza nell’uso delle
tecnologie multimediali
Come candidarsi:
Inviando il proprio curriculum all’indirizzo entropia@unical.it entro e non oltre
martedì 24 settembre 2013
martedì 2 luglio 2013
E' uscita l'Antologia del primo corso di Scrittura Creativa del DAM
Otto lezioni per capire qualcosa di noi. Otto lezioni per imparare che siamo noi (io ed Elena) a dover ringraziare i ragazzi che hanno partecipato al corso.
Si scrive scrittura creativa ma si legge in altri modi (amicizia, fiducia, spogliarello pubblico delle sensazioni private. Fate un po’ voi). Quando Daniela mi ha proposto un laboratorio di scrittura creativa ero scettico, anni fa ne avevo tenuto uno presso l’oramai defunta aula occupata Zenith. Era andato bene? Uhm: Si e No. I partecipanti erano fantastici ma non erano usciti i racconti, solo degli scheletri di storie. Impalcature troppo fragili per reggere il peso di una trama. Ero io il problema: troppo giovane per controllare la mia espressione ed i miei racconti, non era proprio il caso mi cimentassi anche con quelli degli altri. Si trattò più che altro di un buon laboratorio di discussione circa la letteratura che ci piaceva. Torniamo a noi: ho accettato la proposta di Daniela, ma mi sono accorto subito che non sarei stato capace di sostenere il peso di un laboratorio. Ho chiamato quindi Elena Giorgiana Mirabelli (ex alunna della Scuola Holden di Torino nonché una delle teste che animano il bel progetto di COessenza) e le ho chiesto una mano per quel che riguarda lezioni e l’editing. Elena accettò, e più tardi invitò il Vostro umilissimo narratore a presenziare alcune lezioni di un corso che teneva lei (coptata dal Circolo Cabret, altra bella realtà di Cosenza) presso la Libreria Ubik.
Uno dei passaggi che preferisco del Giovane Holden di Salinger è quando parla del divertimento dell’andare “fuori tema”, direi che questo è stato un leit motiv del nostro corso. Inizialmente avevamo deciso di dare un argomento che tenesse i racconti, per così dire, “al guinzaglio”, il tema era (guardate un po’ che fantasia) “Raccontare l’UNICAL”. Presto ci siamo accorti che era castrante, che non era giusto (anche perchè dagli incipit ci arrivavano segnali nel verso opposto: stupende storie di Science Fiction, Horror atipici, storie “Natalizie” e Cactus antropomorfi. Un bel mix di sensazioni e fantasie insomma) limitare la creatività. Ed anche se alla fine ci sono dei racconti che (di striscio o in pieno) parlano dell’UNICAL, non si può certo dire che si tratti del tema predominante. Così, per il futuro, io ed Elena ci siamo giurati che non vincoleremo mai un laboratorio ad un unico argomento ( a meno che non ci offrano un sacco di soldi. Siamo parecchio sensibili alla questione!).
A che serve scrivere se è difficile pubblicare? Non so se qualcuno dei partecipanti mi ha fatto questa domanda durante il corso, non so nemmeno se sono capace di fornire una risposta sensata, però l’idea di Daniela di fare un’antologia (si, questa che state sfogliando, anche se ora state leggendo una brutta prefazione) mi è sembrata subito ottima. Alcuni dei partecipanti avevano già avuto esperienze di pubblicazioni, altri avevano scritto sempre e solo per il piacere di farlo. Per ognuno di loro, queste pagine, sono un premio meritatissimo per l’impegno (scrivere è un lavoraccio, devi evitare le ripetizioni, controllare gli avverbi, ogni tanto tagliare delle cose che ti sembravano stupende) che hanno strappato alle loro vite scandite, altrimenti, da studio ed attività lavorative. Qualcosa è andato storto? Si, qualcosa si: alcuni dei partecipanti non hanno pubblicato nulla, nonostante avessero idee validissime. Rimane questo piccolo problema, problema che ovvieremo nelle prossime uscite dell’antologia (Daniela ha in mente di farne una specie di testimonianza della comunità di scriventi che gravità attorno all’UNICAL) e nei prossimi laboratori. Ora godetevi la lettura e sostenete questi giovani (e meno giovani) esordienti (più o meno esordienti). La varietà è tanta, ci sono racconti umoristici e tristi. Short Stories e racconti lunghi. Ricordate: un bravo scrittore è (quasi sempre) un ottimo lettore. I partecipanti a questa raccolta sono ottimi lettori e, se doveste trovare, delle influenze manifeste non vi scandalizzate: i debiti alle proprie divinità vanno sempre onorati. Se, invece, vi dovesse capitare sotto gli occhi un refuso è colpa mia. Scrivetemi una mail e segnalatemeli. La prossima volta starò più attento. Vorrei ringraziare (oltre ad Elena, che non finirò mai di ringraziare) Rosella, che ha sopportato i miei editing notturni e non mi ha sbattuto fuori dalla stanza che condividiamo. La mia gatta Kalì che passeggiava sui fogli e mi regalava attimi di felina distrazione (facciamo che è colpa della gatta, per i refusi dico) e poi vorrei ringraziare Antonio Cristiano, amico carissimo che mi sostiene sempre e mi offre quello “sguardo pratico” che spesso mi manca. Buona lettura a voi tutti.
Michele Trotta
Si scrive scrittura creativa ma si legge in altri modi (amicizia, fiducia, spogliarello pubblico delle sensazioni private. Fate un po’ voi). Quando Daniela mi ha proposto un laboratorio di scrittura creativa ero scettico, anni fa ne avevo tenuto uno presso l’oramai defunta aula occupata Zenith. Era andato bene? Uhm: Si e No. I partecipanti erano fantastici ma non erano usciti i racconti, solo degli scheletri di storie. Impalcature troppo fragili per reggere il peso di una trama. Ero io il problema: troppo giovane per controllare la mia espressione ed i miei racconti, non era proprio il caso mi cimentassi anche con quelli degli altri. Si trattò più che altro di un buon laboratorio di discussione circa la letteratura che ci piaceva. Torniamo a noi: ho accettato la proposta di Daniela, ma mi sono accorto subito che non sarei stato capace di sostenere il peso di un laboratorio. Ho chiamato quindi Elena Giorgiana Mirabelli (ex alunna della Scuola Holden di Torino nonché una delle teste che animano il bel progetto di COessenza) e le ho chiesto una mano per quel che riguarda lezioni e l’editing. Elena accettò, e più tardi invitò il Vostro umilissimo narratore a presenziare alcune lezioni di un corso che teneva lei (coptata dal Circolo Cabret, altra bella realtà di Cosenza) presso la Libreria Ubik.
Uno dei passaggi che preferisco del Giovane Holden di Salinger è quando parla del divertimento dell’andare “fuori tema”, direi che questo è stato un leit motiv del nostro corso. Inizialmente avevamo deciso di dare un argomento che tenesse i racconti, per così dire, “al guinzaglio”, il tema era (guardate un po’ che fantasia) “Raccontare l’UNICAL”. Presto ci siamo accorti che era castrante, che non era giusto (anche perchè dagli incipit ci arrivavano segnali nel verso opposto: stupende storie di Science Fiction, Horror atipici, storie “Natalizie” e Cactus antropomorfi. Un bel mix di sensazioni e fantasie insomma) limitare la creatività. Ed anche se alla fine ci sono dei racconti che (di striscio o in pieno) parlano dell’UNICAL, non si può certo dire che si tratti del tema predominante. Così, per il futuro, io ed Elena ci siamo giurati che non vincoleremo mai un laboratorio ad un unico argomento ( a meno che non ci offrano un sacco di soldi. Siamo parecchio sensibili alla questione!).
A che serve scrivere se è difficile pubblicare? Non so se qualcuno dei partecipanti mi ha fatto questa domanda durante il corso, non so nemmeno se sono capace di fornire una risposta sensata, però l’idea di Daniela di fare un’antologia (si, questa che state sfogliando, anche se ora state leggendo una brutta prefazione) mi è sembrata subito ottima. Alcuni dei partecipanti avevano già avuto esperienze di pubblicazioni, altri avevano scritto sempre e solo per il piacere di farlo. Per ognuno di loro, queste pagine, sono un premio meritatissimo per l’impegno (scrivere è un lavoraccio, devi evitare le ripetizioni, controllare gli avverbi, ogni tanto tagliare delle cose che ti sembravano stupende) che hanno strappato alle loro vite scandite, altrimenti, da studio ed attività lavorative. Qualcosa è andato storto? Si, qualcosa si: alcuni dei partecipanti non hanno pubblicato nulla, nonostante avessero idee validissime. Rimane questo piccolo problema, problema che ovvieremo nelle prossime uscite dell’antologia (Daniela ha in mente di farne una specie di testimonianza della comunità di scriventi che gravità attorno all’UNICAL) e nei prossimi laboratori. Ora godetevi la lettura e sostenete questi giovani (e meno giovani) esordienti (più o meno esordienti). La varietà è tanta, ci sono racconti umoristici e tristi. Short Stories e racconti lunghi. Ricordate: un bravo scrittore è (quasi sempre) un ottimo lettore. I partecipanti a questa raccolta sono ottimi lettori e, se doveste trovare, delle influenze manifeste non vi scandalizzate: i debiti alle proprie divinità vanno sempre onorati. Se, invece, vi dovesse capitare sotto gli occhi un refuso è colpa mia. Scrivetemi una mail e segnalatemeli. La prossima volta starò più attento. Vorrei ringraziare (oltre ad Elena, che non finirò mai di ringraziare) Rosella, che ha sopportato i miei editing notturni e non mi ha sbattuto fuori dalla stanza che condividiamo. La mia gatta Kalì che passeggiava sui fogli e mi regalava attimi di felina distrazione (facciamo che è colpa della gatta, per i refusi dico) e poi vorrei ringraziare Antonio Cristiano, amico carissimo che mi sostiene sempre e mi offre quello “sguardo pratico” che spesso mi manca. Buona lettura a voi tutti.
Michele Trotta
lunedì 27 maggio 2013
Liberare la voce naturale, laboratorio al DAM
“Liberare la voce naturale” è il titolo del seminario-laboratorio organizzato dall’Associazione culturale Conimieiocchi che si tiene questa settimana (dal 27 maggio all’1 giugno) presso il DAM dell’Unical sotto la guida di Margarete Assmuth (nella foto), cantante lirica e voice trainer per attori, insegnante dal 2009 presso la scuola internazionale di Cinema e Televisione NUCT a Cinecittà.
Il corso introduttivo al “metodo Linklater” consiste in una serie di esercizi strutturati in progressione. Il loro obiettivo è quello di sciogliere quelle tensioni che inibiscono la voce e di tonificare immaginazione, intelletto e corpo al fine di rendere la persona disponibile alla piena espressione di pensieri ed emozioni. E’ un’architettura funzionale ed organica che parte dal rilassamento per raggiungere la potenza della capacità respiratoria e la complessità dell’espressione vocale, estensione e articolazione. A tal fine il lavoro, a partire da osservazioni e conoscenze scientifiche, è sempre soprattutto rivolto alla dinamica comunicativa come desiderio ed espressione di un impulso.
Il laboratorio è intensivo e a numero chiuso, ma su richiesta è ammessa la partecipazione in veste di uditori.
venerdì 3 maggio 2013
Al DAM la mostra fotografica di Gianclaudio Curia
Sarà inaugurata il prossimo mercoledì 15 maggio alle ore 17 presso il DAM (Ed. Polifunzionale UNICAL), in presenza del suo autore, la mostra fotografica di Gianclaudio Curia dal titolo "Trenta volte più Unical che rara". La mostra, organizzata dall'Associazione Culturale Entropia, resterà aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18, fino alla fine del mese.
Di seguito, la presentazione a cura del Prof. Daniele Gambarara.
Gianclaudio Curia espone trenta foto dell’Università della
Calabria. Ogni singola immagine è di grande qualità tecnica e suggestiva, e
merita che ci si fermi davanti a lungo.
A percorrerle tutte, una dopo l’altra, mi sembra che ne
emerga una storia, e proverò qui a raccontarla brevemente.
Lei ha da poco compiuto quarant’anni. E’ molto bella. Le
persone che passando la incrociano girano la testa per continuare a guardarla.
Ha da sempre molti innamorati – dichiaro apertamente che io sono uno di questi.
Ma negli ultimi tempi in numero crescente essi se ne dicono delusi – e qui
invece io non sono fra quelli. Certo, chi l’ha conosciuta presto prova un
soprassalto di ammirazione nostalgica, di fronte alle foto di quando era
giovanissima e ribelle, e ostentava provocatoriamente tatuaggi irriverenti (qui
sono le prime dieci immagini). Secondo me, è la nostalgia per la nostra
gioventù, e non per la sua, che si esprime in questo rimpianto.
Qualcuno di voi ha l’impressione di aver già visto qualcuna
di queste foto? Ha ragione, perché sono già state oggetto di una mostra. Con
una differenza però: le ha viste in bianco e nero, perché per il loro autore il
colore della speranza è l’assenza di ogni colore, e quindi la possibilità di
immaginare le cose con i colori che noi vogliamo. Oggi il loro recuperato
colore ci avverte che quel tempo è finito.
Il fine di ogni organismo vivente è crescere e maturare. La
bellezza e la speranza della metamorfosi, dell’incipiente maturazione, qui sono
rappresentate nelle dieci foto centrali. Non a caso sono esse ora ad essere in
bianco e nero. Non sarà forse un caso neppure che siano le uniche in cui si
intravvedono figure umane. Ci mostrano
ciò che vede un innamorato quando dice: “Vedi, eravamo felici, e non lo
sapevamo, avevamo ancora speranza di un futuro di un altro colore”.
Ma in quell’ “ancora” si annida già il pensiero velenoso
dell’”oggi non più”. E le ultime dieci foto, che la raffigurano appunto come
lei è oggi, matura e conscia di esserlo, infatti no, non sono in bianco e nero,
e non sono abitate.
Non sono in bianco e nero, ma i suoi colori sono i suoi, e
sono indimenticabili. Il suo vero mascara spiazza e cancella i falsi sogni di
acqua e sapone di chi la vorrebbe incerta e plasmabile. Non esibisce più i suoi
tatuaggi, ma li ha conservati, se si sa dove sbirciare. E non vi sono persone,
perché i suoi nuovi innamorati devono ancora arrivare. Gli innamorati vecchi e
delusi si sono allontanati; resta solo, in disparte, un antico amante. Il ponte
è aperto e sgombro. Invitati da queste foto, vi saliranno per incontrarla
persone che non riusciamo a immaginare. Meglio per lei.
Daniele Gambarara
Prof. ordinario di Filosofia del Linguaggio
Università della Calabria
mercoledì 24 aprile 2013
lunedì 22 aprile 2013
venerdì 5 aprile 2013
giovedì 14 marzo 2013
Restare è come Viaggiare, mostra fotografica collettiva
La
mostra che sarà inaugurata il 20 marzo al DAM (H18.00) rappresenta
l'esito finale del Laboratorio di Fotografia "Camera con Vista" (II
edizione) organizzato dall'Associazione culturale Entropia e curato da
Vittorio Giordano. Il laboratorio ha visto la partecipazione attiva di
tanti studenti dell'Unical e non solo.
Questa mostra è volta a rendere testimonianza a luoghi in cui l’identità storica sta subendo grosse trasformazioni. La metamorfosi dei centri “storici” di moltissimi paesi dell’entroterra calabrese ci ha portato a riflettere su alcune condizioni che a prima vista sembrano sfuggire a chi, con poca introspezione, è dedito a non accettare quello che autenticamente è avvenuto. Noi a differenza di molti crediamo, che è giusto restituire a questi posti ciò che un tempo gli è stato tolto, perché reputiamo il contrario un fattore controproducente per piccoli paesini che sono sull’orlo del collasso umano, sociale ed artistico.
Ciò che vorremmo proporre sono dei luoghi divenuti non luoghi, la nostalgia del paese perduto e la capacità di affermarci come appartenenti ad una storia antica quanto l’uomo.
Grazie alla fotografia, abbiamo potuto percepire che la Calabria si è delocalizzata, è uscita “fuori di sé”; una storia segnata da mobilità di uomini, cose, animali, spostamenti di abitanti, abbandoni e rifondazioni di luoghi, perché parliamo di “anima dei luoghi” dove giace storicità. Ma bisogna mantenerla viva per dar la possibilità a chi non conosce questi luoghi, di innamorarsene alla vista di sole poche immagini e renderle parte di un tutto.
Il rimpianto e la speranza sono tratti costitutivi di una recente forma di erranza, che riguarda anche i pochi che sono rimasti. C’è chi parte, per sentirsi vivo altrove e c’è chi è rimasto aggrappato alle proprie radici, questo non esclude che chi è partito non senta nostalgia per il paese perduto e non voglia anche in tempi futuri ritornare alla cultura di origine.
Restare, allora, come scrive Vito Teti, non è per tanti una scorciatoia, un atto di pigrizia, una scelta di comodità; restare è un’avventura, un atto d’incoscienza, e forse, di prodezza, una fatica e un dolore (…) restare è la forma estrema del viaggiare.
Lasciatevi catturare dunque da immagini che potrebbero in qualche modo, smuovere il senso critico e l’immobilità che ci frena, per far vivere di lucentezza propria tutti questi incantevoli posti, ormai caduti nel dimenticatoio.
Buona visione!
Questa mostra è volta a rendere testimonianza a luoghi in cui l’identità storica sta subendo grosse trasformazioni. La metamorfosi dei centri “storici” di moltissimi paesi dell’entroterra calabrese ci ha portato a riflettere su alcune condizioni che a prima vista sembrano sfuggire a chi, con poca introspezione, è dedito a non accettare quello che autenticamente è avvenuto. Noi a differenza di molti crediamo, che è giusto restituire a questi posti ciò che un tempo gli è stato tolto, perché reputiamo il contrario un fattore controproducente per piccoli paesini che sono sull’orlo del collasso umano, sociale ed artistico.
Ciò che vorremmo proporre sono dei luoghi divenuti non luoghi, la nostalgia del paese perduto e la capacità di affermarci come appartenenti ad una storia antica quanto l’uomo.
Grazie alla fotografia, abbiamo potuto percepire che la Calabria si è delocalizzata, è uscita “fuori di sé”; una storia segnata da mobilità di uomini, cose, animali, spostamenti di abitanti, abbandoni e rifondazioni di luoghi, perché parliamo di “anima dei luoghi” dove giace storicità. Ma bisogna mantenerla viva per dar la possibilità a chi non conosce questi luoghi, di innamorarsene alla vista di sole poche immagini e renderle parte di un tutto.
Il rimpianto e la speranza sono tratti costitutivi di una recente forma di erranza, che riguarda anche i pochi che sono rimasti. C’è chi parte, per sentirsi vivo altrove e c’è chi è rimasto aggrappato alle proprie radici, questo non esclude che chi è partito non senta nostalgia per il paese perduto e non voglia anche in tempi futuri ritornare alla cultura di origine.
Restare, allora, come scrive Vito Teti, non è per tanti una scorciatoia, un atto di pigrizia, una scelta di comodità; restare è un’avventura, un atto d’incoscienza, e forse, di prodezza, una fatica e un dolore (…) restare è la forma estrema del viaggiare.
Lasciatevi catturare dunque da immagini che potrebbero in qualche modo, smuovere il senso critico e l’immobilità che ci frena, per far vivere di lucentezza propria tutti questi incantevoli posti, ormai caduti nel dimenticatoio.
Buona visione!
martedì 5 marzo 2013
Corso di Fumetto al DAM, si parte il 21 marzo
Associazione Culturale Entropia
presenta
CORSO DI FUMETTO
“Supereroi non si nasce”
a cura di
Marco Serravalle
Diplomato Scuola Internazionale di Comics - Roma
Il corso avrà la durata di 25 ore (pari a 1 cfu): gli incontri, della durata di 2 ore, si terranno una volta a settimana. Il corso comprende lezioni teoriche e pratiche, oltre alla realizzazione di una mostra finale con i lavori realizzati.
Nelle prime lezioni si daranno delle impostazioni di anatomia e prospettiva.Si passerà in seguito alla realizzazione di tavole a fumetto, durante la quali approfondiremo temi come disegnare un’auto, regole di regia, disegnare le mani, consigli in generale.
Punto focale del corso sarà sviluppare tavole inerenti ai vari generi del fumetto più importanti: Supereroistico, fantasy, fantascienza (cyberpunk, steampunk), horror, azione, ecc.
A fine corso:
• Si realizzerà una storia da 8 tavole interamente sviluppata dai corsisti.
• Verrà allestita una mostra con i lavori.
• Sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
• Possibilità di pubblicazioni.
Per informazioni e prenotazioni tel. 0984.493086 - 347.6849520 - marcoserravalle@gmail.com
Il primo incontro fissato per il 21 marzo alle ore 17.00 al DAM è una presentazione del corso ed è aperto a tutti.
L’iscrizione deve essere regolarizzata a fine incontro.
lunedì 14 gennaio 2013
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