Dalla svolta della Bolognina al Pd di Matteo Renzi, un viaggio lungo quasi 30 anni nella sinistra italiana attraverso 24 interviste ai protagonisti di allora e di oggi, tra cui Achille Occhetto, il segretario del Pci autore della Svolta. E' “Eravamo tanto amati”, progetto editoriale che si compone di un libro (Edizioni Effigi, 342 pagine) e di un videodocumentario, autori i giornalisti Domenico Guarino, Andrea Lattanzi, Andrea Marotta.
Il libro sarà presentato all'Università della Calabria lunedì 8 aprile alle ore 17:30 presso il DAM, Edificio Polifunzionale, per iniziativa di Associazione Culturale Entropia e Filorosso. Insieme a uno degli autori, Andrea Marotta, giornalista RAI Toscana nato e cresciuto a Cosenza, ne discuteranno Olimpia Affuso, Daniela Ielasi e Mimmo Talarico.
L'osservatorio è tutto toscano, locale sì ma privilegiato, spiegano gli autori, considerato quanto questa regione abbia dato alla storia della sinistra. Un'opera, attraverso più voci, del militante e del politico, del docente e dell'uomo di spettacolo, che non vuole essere una presa d'atto dell'esistente ma un'analisi giornalistica per capire il futuro, partendo dalla Cosa, l'esplosione del Pci per arrivare all'ultima divisione Pd-Mdp, la Terza via e la crisi in termini elettorali, la possibilità di trovare una forza politica erede anche nella capacità di suscitare il rispetto che pure gli avversari riconoscevano al Partito comunista italiano.
Tra le testimonianze l'ultima di Riccardo Conti, scomparso di recente, e quella di Filippo Nogarin, il sindaco M5s che ha 'espugnato' Livorno. E poi Sabatino Cerrato, Mario Tredici, Maurizio Boldrini, Michele Ventura, Guelfo Guelfi, Dalida Angelini, Vannino Chiti, Giovanni Gozzini, Sergio Staino, Paolo Fontanelli, Rosa Maria Di Giorgi, Fabio Mussi, Fabio Picchi, Alessandro Benvenuti, Mario Ricci, Daniela Lastri, Graziano Cioni, Fabio Evangelisti, Gabriella Piccinni, Monica Sgherri, Enrico Rossi. “Eravamo tanto amati” si chiude con la voce di Achille Occhetto che la Svolta la rifarebbe "dieci volte". "Le devo confessare una cosa - spiega - il comunismo non l'ho fatto cadere io. E nemmeno Gorbacev", "è stato un bene così? O era meglio cadere nel dimenticatoio e nel ridicolo?".
Nessun commento:
Posta un commento