pagine

mercoledì 4 novembre 2009

CineDAM, proiezione del film "Le vite degli altri"



Nel ventennale della caduta del Muro di Berlino
l'Associazione culturale Entropia
presenta
"Le vite degli altri"
opera prima del regista Florian Henckel von Donnersmarck
premio Oscar 2006 per il miglior film straniero

Berlino Est, 1984.
Quando le Germanie erano due e un muro lungo 46 km attraversava
le strade e il cuore dei tedeschi, il regista era poco più
che un bambino. La stretta sorveglianza, le perquisizioni,
gli interrogatori, la prigionia, la limitazione di ogni forma
di espressione e l'impossibilità di essere o pensarsi felici
sono problemi troppo grandi per un bambino.
Le vite degli altri ha così il filo conduttore ideale nel
personaggio dell'agente della Stasi, nascosto in uno scantinato
a pochi isolati dall'appartamento che è incaricato di spiare.
È lui, la spia, il singolare deus ex machina che non interviene
dall'alto, come nella tragedia greca, ma opera dal basso,
chiuso tra le pareti dell'ideologia abbattuta dalla bellezza
dell'uomo e dalla sua arte. Personaggio dolente e civilissimo,
ideologo del regime che in un momento imprecisato del suo
incarico si trasforma in oppositore.
Il "metodo" della sorveglianza diventa per lui fonte di
disinganno e di sofferenza, perchè lo costringe a entrare
nella vita degli altri, che si ingegnano per conservarsi
vivi o per andare fino in fondo con le loro idee.
La Stasi aveva un esercito di infiltrati, duecentomila
collaboratori, Donnersmarck ne ha scelto uno
e lo ha drammatizzato con la prova matura e sorprendente
di Ulrich Mühe.
Il drammaturgo "spiato" è invece Sebastian Koch, intellettuale
"resistente" per salvare l'anima del teatro e della Germania.

Nessun commento:

Posta un commento