Ugo Mattei insegna Diritto civile all’Università di Torino e Diritto comparato e internazionale alla University of California. È stato vicepresidente della Commissione Rodotà per la riforma dei beni pubblici, co-redattore dei quesiti referendari per l’acqua bene comune e ha patrocinato come avvocato la loro ammissibilità presso la Corte Costituzionale. È editorialista del quotidiano “il manifesto”.
“Beni Comuni” (Ed. Laterza), è il suo ultimo libro. Scritto nella forma agile del manifesto, teorizza i beni comuni come riconquista di spazi pubblici democratici, fondati sulla qualità dei rapporti e non sulla quantità dell’accumulo. Dalla lotta per l’acqua, l’università e la scuola pubblica a quella per l’informazione critica; dalle battaglie contro il precariato e per un lavoro di qualità a quelle contro lo scempio e il consumo del territorio; dalla lotta contro la privatizzazione della rete internet a quella contro le grandi opere: i beni comuni non sono una merce declinabile in chiave di avere. Sono una pratica politica e culturale che appartiene all’orizzonte dell’esistere insieme.
Ugo Mattei sarà all’Università della Calabria giovedì 15 dicembre per il 16° compleanno del Filorosso. La presentazione del suo libro “Beni Comuni – un manifesto” si terrà al DAM (Polifunzionale Unical) alle ore 17. Insieme all’autore interverranno Claudio Dionesalvi (giornalista), Anna Maria Jellamo (docente Università della Calabria), Tonino Perna (docente Università di Messina) e Marta Petrusewicz (docente Università della Calabria).
A quattro mesi dallo sgombero dello spazio sociale autogestito, e dopo la campagna d’autunno contro il Grande Rettore, Filorosso torna a farsi sentire con un’iniziativa di forte valore culturale e politico. E lo fa ripartendo dal DAM, luogo nel quale era nato nel 1995, nel quale è rimasto fino al 2000 e nel quale ritorna dopo 11 anni.
In questi anni Filorosso è stato tante cose, ma su tutte è stato un collettivo politico che nell’università e sul territorio, ha animato le lotte per il diritto allo studio e la vivibilità del campus, per la libera formazione ed il reddito di cittadinanza, per la socialità studentesca, la legalizzazione delle droghe, il riutilizzo sociale degli spazi abbandonati, per l’informazione critica. Il 4 agosto, quando è stato demolito, al Filorosso c’erano: una sala prove, una cucina sociale, un ufficio stampa, una sala studio e riunioni ed una sala attrezzata per proiezioni video, concerti, feste. Era un centro sociale che pulsava di vita e aggregava vecchie e nuove generazioni di studenti. Oggi Filorosso è una spianata di cemento ed un collettivo di persone indignate perché sono state private in maniera violenta ed autoritaria di un bene comune, dove l’incontro e la socialità avvenivano in forma libera e spontanea, dove la musica generava crescita culturale e legame sociale in un campus sempre più disgregato e deserto. E’ cambiata l’università, sono cambiati gli studenti, è cambiato anche il Filorosso, ma le motivazioni per cui Filorosso è nato ci sono ancora tutte.
Dopo la presentazione del libro, dalle ore 23:00 in poi, la festa continua all’insegna della musica con l’Unicalternative Party “Balliamo sulle macerie”.