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lunedì 6 settembre 2010

Bando per la selezione dei volontari SCN 2010

E' stato pubblicato il bando della Regione Calabria per la selezione di 347 volontari da inserire nei progetti di Servizio Civile Nazionale in Calabria nell'anno 2010 (G.U. n°70 del 03/09/2010): può essere scaricato dal nostro sito, cliccando sul link in alto, unitamente ai moduli per la domanda (allegato 2 e allegato 3) alla fine del bando.
Per il progetto "Vivi il Campus" dell'Associazione Culturale Entropia, sono disponibili n°5 posti.

Gli allegati 2 e 3 devono essere compilati in ogni campo, facendo attenzione a barrare le voci che non interessano.
Oltre agli allegati, vanno consegnati:
- copia del documento d'identità
- copia del codice fiscale
- curriculum vitae
- copia dei titoli posseduti
Tutta la documentazione deve essere consegnata in duplice copia: una originale e una fotocopiata.

La domanda di partecipazione esclusivamente in formato cartaceo deve essere indirizzata direttamente all'Associazione culturale Entropia, via P. Bucci - Università della Calabria 87036 Arcavacata di Rende (CS), in busta chiusa da consegnare a mano presso la sede dell'Associazione ogni mattina dalle ore 9 alle 14, oppure da spedire per posta.

La domanda deve pervenire entro le ore 14.00 del 4 ottobre 2010.

Le domande pervenute oltre il termine stabilito non saranno prese in considerazione.

Le selezioni si svolgeranno giorno 8 ottobre 2010 alle ore 9.00 presso la sede dell'Associazione Entropia (DAM - Polifunzionale UNICAL).

martedì 31 agosto 2010

Approvato il progetto di Entropia per l'impiego di 5 volontari in Servizio Civile Nazionale


Un grande riconoscimento per il lavoro svolto in questi anni dall'Associazione culturale Entropia sul territorio universitario arriva dalla Regione Calabria, che fra i 51 progetti di Servizio Civile Nazionale finanziati in tutta la regione per l'anno 2010, ha premiato anche quello presentato dal team di studenti e laureati dell'Unical che anima questa bella associazione.
Una selezione molto difficile, se si pensa che i progetti presentati erano 342 e quelli valutati positivamente duecentouno, con Enti proponenti ben più grossi e quotati, come Comuni e Province.
La validità del progetto ha pagato: oggi è più che mai necessario un intervento di tipo socioculturale ed aggregativo nel Campus di Arcavacata, un intervento di cui siano protagonisti gli studenti stessi dell'Unical. E i volontari impiegati saranno parte attiva di questo interessante esperimento.
Il Progetto si chiama "Vivi il Campus" e potete trovarlo nella sezione dedicata. A breve sarà pubblicato il bando per la selezione dei volontari.

giovedì 20 maggio 2010

"Komadori", ri-tratti di donne in mostra al DAM


Dal 27 maggio al 10 giugno Luigi Fabbricatore esporrà le sue opere in una mostra dal titolo ‘Komadori" (che in giapponese vuol dire ‘Pettirosso’), "ri-tratti di donne" presso il D.A.M. (Dipartimento Autogestito Multimediale) dell'Unical.
L’idea di intitolare così la mostra – dice l’artista - è venuta fuori nel vedere una bella stampa di un pettirosso ad opera del pittore nipponico Utamaro e che aveva un’assistente donna a nome Torijama Sekiyriu di cui non si sa molto, ma è certo che era grande pittrice.
Luigi Fabbricatore italiano di nascita, figlio di emigranti, svizzero di adozione vive e lavora tra l’Italia, la Svizzera e l’Austria. Illustratore, grafico, autore di racconti e poesie come per esempio ‘Fango sotto il cielo’ edito da L’Autore Libri Firenze e ‘Giardino forever’ per la Campanotto editore.
Dalle ore 18:30 di giovedì, l’inaugurazione della mostra voluta dal D.A.M., organizzata con il coordinamento di Michele Trotta e la supervisione dell’autore stesso, prenderà il via con l’intervento di Nadia Gambilongo, Presidente dell’Associazione Internazionale delle Donne e factotum della casa editrice Mediterranea Med. La stessa è impegnata molto nel sociale, soprattutto ad aiutare donne indigene in difficoltà ma anche donne migranti.
L’autore viene da una mostra realizzata a Civitanova Marche a titolo ‘Shonagon e la Dea Nera’ dove ‘Shonagon’ è il nome di una dama di compagnia del decimo secolo autrice di un compendio dal titolo ‘Le note del guanciale’ che ha spiazzato fior fiori di letterati maschi giapponesi. Così come nell’attuale mostra ‘Komadori’, il riferimento precipuo è alla misconosciuta poetessa nipponica Yosano Akiko la quale con la raccolta di tanka ( poesia breve) che prende il titolo ‘Midaregami’ scandalizzò il Giappone perbenista e reazionario con questo diario di una donna anch’essa dama di compagnia ma emancipata. La stessa poetessa per via del confucianesimo alla nascita venne rifiutata dal padre, solo perché nata Donna.
La creatività e l’espressione artistica di Luigi Fabbricatore, si ritrova nell’attingere da vari media (nel senso di strumenti) per poi crearne da questo meticciato un valore artistico-culturale-sociale rinnovato nell’attualità contingente. Nelle sue opere vige il contrasto tra luce e ombra, tra chiaro e scuro, tra reale e surreale, tra giorno e notte. Questi effetti emergono dalla tecnica usata e quindi da una ricerca stilistica continua, da strumenti quali matite colorate acquerellabili miste a ecolines o pastelli ad olio.
Capita anche che l’autore possa svegliarsi al mattino presto, tipo le tre, per far fluire sensazioni, sentimenti e passioni. I suoi stati d’animo s’accavallanoe ripercorrono l’intero percorso. Frammenti di emozioni che verranno assorbite dall’agrodolce del nostro Quotidiano. Dai suoi lavori si evince la grande forza interpretativa, la profonda capacità espressiva e la sua intensa passione verso questo lavoro, il suo. Un percorso affascinante, tra sogno e realtà, da assaporare e al quale abbandonarsi per vivere sulla propria pelle la cangiante natura delle diverse opere. Un viaggio per tutti i visitatori ma anche per l’artista stesso che insieme, se si lasceranno trascinare, interagirà con loro in un vivificante bagno di colori-emozioni. Scopo principale di questa manifestazione è quello di far conoscere anche qui i lavori dell’artista calabrese e di vendere le opere agli interessati (qualcuno è già stato venduto!).
L’ennesima prova di un autore del sud del mondo che cerca la contaminazione dell’Universale a rinnovare il ciclo continuo della vita e che prova a farlo assorbire in una terra anemica di stimoli come la nostra, che di libertà e di arte ha un disperato e continuo bisogno.

Dalila Barrile

domenica 14 marzo 2010

CineDAM, proiezione di "The Hurt Locker" vincitore di 6 Premi Oscar


Il film è stato presentato in anteprima alla 65ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nel settembre 2008 ed è stato distribuito nelle sale italiane il 10 ottobre dello stesso anno con scarsi risultati al botteghino.
Nel 2010 ha vinto 6 Premi Oscar: miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro, miglior regista e miglior film.

40 giorni al fronte, in Iraq, di una squadra di artificieri e sminatori dell'esercito statunitense, unità speciale con elevatissimo tasso di mortalità. Quando tutto quel che resta del suo predecessore finisce in una "cassetta del dolore", pronta al rimpatrio, a capo della EOD (unità per la dismissione di esplosivi) arriva il biondo William James, un uomo che ha disinnescato un numero incredibile di bombe e sembra non conoscere la paura della morte. Uno che non conta i giorni, un volontario che ha scelto quel lavoro e da esso si è lasciato assorbire fino al punto di non ritorno.

A distanza di sei anni da K-19, Kathryn Bigelow torna a parlare di guerra e di dipendenza, al confine –già più volte esplorato- tra coraggio e alienazione.
Il racconto procede dritto e ansiogeno, come la camminata dell'artificiere dentro la tuta, vera e propria passeggiata sulla luna di un dead man walking; ci sono i crismi del genere – il soldato che ha paura, le scazzottate alcoliche- ma ridotti all'osso; e c'è l'eroe, un Davide che affronta il Golia dell'esplosivo a mani nude, del quale siamo portati a pensare che non abbia più niente da perdere, ma è vero il contrario.
L'immagine che la regista restituisce dell'Iraq non è nuova ed è certamente parziale, ma non è questo il punto. Quel che conta è il deserto dell'anima, il buio della guerra che s'avvicina e attira a sé un uomo intelligente (in grado di capire in pochi secondi il nemico che ha di fronte, il tipo di bomba) come il fuoco attira una falena.
Affidandosi alle cronache del reporter Mark Boal, la regista ha elaborato e raccontato un danno apparentemente collaterale ma in realtà sostanziale, entrando come mai prima nella questione di genere (il maschile). Chi dice che l'autrice è una donna che fa film da uomini, infatti, non dice tutto. In The Hurt Locker c'è un unico personaggio femminile, che occupa un numero insignificante di fotogrammi e una sola battuta del dialogo, eppure ne intuiamo subito la libertà, compresa la libera scelta di essere fedele ad un uomo che non c'è e non glielo chiede. Lo stesso uomo che ci viene mostrato, al contrario, schiavo del pericolo, dell'emozione forte a tutti i costi, di quell'immenso contenitore di alibi che è la guerra.

lunedì 8 marzo 2010

Workshop Living Follia

Associazione Entropia
in collaborazione con
Cattivoteatro Cosenza
Presenta:

Workshop Living Follia

Laboratorio teatrale residenziale del Living Theatre Europa
dal 26 al 28 marzo in Calabria (Cosenza)

Lavoro di creazione collettiva basato sulle idee
di Antonin Artaud e R.D. Laing
liberamente ispirato al testo di Philip Dick “Follia per sette Clan”
diretto da
Loredana Piacentino
Regista, attrice e performer del Living Theatre Europa.
Il Living Theatre Europa sta lavorando al suo nuovo spettacolo, una parte della compagnia sarà in questi giorni ospite in Calabria per un seminario residenziale finalizzato ad una performance collettiva,durante il seminario verranno discussi i temi di ispirazione al nostro ultimo lavoro.
“Siamo immersi in una favola antipsichiatria”: in questa favola i folli imparano, una volta svincolati dal sistema, a convivere. Sentiamo spesso l’espressione “mondo pazzo”, “mondo insano”. E allora , se tutte le manifestazioni degli aspetti negativi della società (guerra, violenza, crimine, povertà, carestia, mancanza di impegno politico e comunità, isolamento, alienazione, inquinamento, ecc…) sono considerate normali, il mondo sociale non è in fondo un mondo malato?
Come dice Laing del resto la normalità non esiste , o è il prodotto di una follia ancora più grande, devastante o maligna, generata dalle istituzioni repressive o dalla potenza del potere istituzionalizzato.
Può quindi una persona essere considerata pazza in una società insana ?
Meditiamo insieme su questo.

Parte I: Tecnica e training fisico dell' attore
In questa sezione il lavoro di gruppo sarà concentrato sulla discussione, dimostrazione pratica ed esercizi. Una parte del lavoro sarà finalizzata al riscaldamento corporeo e vocale, attraverso esercizi corali e il gioco, sperimenteremo e indagheremo le possibilità di ognuno per raggiungere il gruppo.
In questa fase getteremo le basi per il lavoro successivo.


Parte II: Creazione collettiva
I partecipanti al lavoro di gruppo, attraverso la discussione, le sperimentazioni e l’improvvisazione, la creazione di testi originali, l’uso della danza, svilupperanno varie scene tratte dalla ricerca sulla pazzia e la politica dell’esperienza. Saranno introdotti testi e idee di Artaud, R.D. Laing e,Dick ed altri scrittori e scrittrici, sulla schizofrenia, l’alienazione umana, la violenza delle istituzioni (e il movimento anti-psichiatria), la politica (e la poetica) dei rapporti interpersonali.
All’ attività laboratoriale sarà affiancato un percorso storico basato su approfondimenti, visione di filmati e documenti esclusivi, presentazione di progetti di ricerca, discussione e analisi sulla portata artistico/politica dell’approccio al teatro offerto dal Living.

Per il Living Theatre non si può arrivare a capire il significato fondamentale del teatro, senza l'incontro esistenziale con il pubblico; per questo il laboratorio finirà con una performance frutto del lavoro collettivo.
Lo schizofrenico, eterno infelice, indeciso, insicuro, è capace di trovare idee geniali nel suo scorrere attraverso le infinite possibilità dell'essere in ogni suo istante. Vorrebbe vivere tutto, vorrebbe essere tutti, si ritrova invece condannato all'eterna ricerca di sè e di una verità che non sarà mai più vera della successiva .lo schizo..è meglio non guardarlo negli occhi, potresti perderti. Il fervore di certi suoi moti potrebbe trascinarti ovunque, se solo nel bel mezzo di quel fervore, lui stesso non smettesse di credervi, lasciandoti come un naufrago, appeso ad una deriva delirante e senza approdo.

Quando: dal 26 al 28 marzo 2010
Dove:Il seminario si svolgerà presso gli spazi del Dam- Edificio Polifunzionale- Università della Calabria- Arcavacata di Rende (CS) Cosenza
Orario:Venerdì 26 dalle 10.00-13.00 /14.00-19.00
Sabato 27 dalle 10-13.00/14.00-19.00
Domenica 28 dalle 10.13.00/14.00-19.00 domenica in serata performance finale
Costo del seminario : prezzo agevolato per studenti e per chi ha già frequentato laboratori del Living Theatre.

Per info e contatti :
Loredana Piacentino
mail:lorylo23@libero.it
tel 3480602748
www.myspace.com/loredana.piacentino
www.livingeuropa.org

Ernesto Orrico
mail:Ernesto Orrico@gmail.com
tel.3285357749

martedì 23 febbraio 2010

Al DAM va in scena "L'emigrazione è puttana"



GIOVEDì 25 FEBBRAIO 2009 ORE 21:00
CineTeatro DAM - Polifunzionale UNICAL

Associazione culturale Entropia e Teatro della Ginestra
presentano
"L’emigrazione è puttana"
di Vincenza Costantino

con
Emilia Brandi
Ernesto Orrico
Francesco Votano

regia
Dante de Rose

«Scialli neri
il tuo mattino
di emigranti.
Calabria,
pane e cipolla»
Franco Costabile

Un tronco principale di testi dialogati fra due uomini e una donna che seguono una storia, la storia di una famiglia (sono tre fratelli). Insieme ricostruiscono la storia di tre generazioni, loro sono i bambini infine mandati in Calabria per essere cresciuti dai nonni materni, quando la madre muore, il padre si risposa, la matrigna non li vuole. «In Calabria cresceranno meglio assai: ci mandi i soldi ‘che lì ancora i soldi valgono». Adesso adulti, il padre è morto, e ricevono un’eredità sconquassata (tra cui le ceneri del padre in una scatolina di latta: per spargerle nella fiumara). Riaprono ferite, ne chiudono di vecchie. Con l’eredità ricevono anche un mucchio di lettere, fotografie e cartoline dall’America, figurine dei giocatori di baseball. Cose vecchie. Devono fare i certificati per l’eredità, uno di loro scopre di non essere figlio della stessa madre. Litigano sulla scrittura dei cognomi, chi è stato registrato Stillitano, chi Stellitano, chi Stilittano, (tre fratelli, tre cognomi: doppie e vocali sono, per gli analfabeti, sottigliezze poco importanti).
Questo tronco principale è inframmezzato (anche disturbato) da testi poetici che raccontano tante storie (brevi, fulminanti). Si recitano, guardando in faccia il pubblico, rivolgendosi direttamente al pubblico. Attraverso queste voci si animano tante storie, ogni storia ha il nome di un luogo, un paese calabrese, una città americana. Alla fine quello che viene fuori, dall’insieme dei ricordi e delle storie è una geografia schizofrenica e frammentata, la geografia dell’emigrazione calabrese.

sabato 13 febbraio 2010

Al DAM la "Canzone" di Nino Racco


GIOVEDI 18 FEBBRAIO 2009
ore 21:15
c/o DAM - Ed. Polifunzionale - UNICAL

Associazione culturale ENTROPIA
in collaborazione con
PICCOLO TEATRO UMANO
Associazione Teatrale e Culturale
Produzioni 2009
presentano

"CANZONE"
composizione teatrale di Nino Racco
con
Nino Racco – corpo recitante e canto
Francesco Loccisano – chitarra e musiche di scena

Collaborazione artistica – Daniele Mangiola

Con lo spettacolo CANZONE ho voluto farmi un regalo per i miei trent’anni di “passione teatrale”. In un primo momento pensavo di ripercorrere le tappe fondamentali della mia parabola attoriale: Brecht, il teatro di ricerca, il Cantastorie, il teatro in strada, la maschera di Gianni Giangurgolo, lo spettacolo su Luigi Tenco, il teatro-canzone…
In fase di scrittura e montaggio, invece, il nuovo mi ha preso la mano e sono venute fuori scelte musicali e teatrali totalmente inaspettate che solo in minima parte riecheggiano il passato, anzi si affacciano al presente e sognano un futuro sempre più artisticamente agguerrito.
CANZONE si presenta dunque come un’avventura, un viaggio eremitico tra luoghi poetici letterari teatrali interiori, dove costante è la prediletta mia domanda sul senso dell’esistenza e del “fare teatro”.
In un’ora e quindici minuti, alternati tra canzoni e brevi racconti, s’incontrano agilmente e febbrilmente il Moby Dick di Melville, Cesare Pavese, la canzone di Gabriella Ferri e di Don Backy, Jan Palach e la primavera di Praga, Alda Merini, Pier Paolo Pasolini e il vecchio amato Brecht.
Mi accompagna in questa avventura il musicista Francesco Loccisano detto “Locci” e così CANZONE è diventata anche la storia di un incontro artistico, la comune passione per il flamenco e le culture mediterranee.
(Nino Racco, Marzo 2009)

Ingresso €4